Random (#41)
Mar. 26th, 2022 05:03 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Achille è bello, con la pelle dorata dal sole e i capelli del colore del grano maturo. A distanza di giorni, anni, epoche, vite, a Patroclo si asciuga ancora la bocca ogni volta che i loro occhi si incrociano.
Esistono e si rincorrono nei secoli, nei mondi. Quello che li circonda cambia, i volti mutano, le figure di assottigliano e crescono, ma la pelle e i capelli e le anime rimangono le stesse. Immutati nel tempo, scritte nella storia, marchiati nello spirito, sotto la pelle, nella carne, nelle ossa, nel sangue.
La prima volta che hanno fatto un viaggio, che hanno affrontato una missione, era un carretto di legno sbilenco che li ha portati dal palazzo al villaggio vicino, per salvare una fanciulla o punire un malfattore. Patroclo non ricorda, è accaduto vite fa. Solo l’oro dei capelli del principe e la pelle abbronzata dal sole gli sono rimasti nella mente. Vivido, invece, nelle menti di entrambi è il viaggio verso Troia. I giorni infiniti a scrutare il mare e a sfiorarsi con la punta delle dita, a cercare il calore dell’altro, la pelle, la carne, in una attesa dolorosa e frenetica.
Il viaggio della loro vita – della prima di molte – che si prestava a diventare leggenda. In quei giorni i capelli di Achille erano diventati più lunghi, increspati dalla salsedine del mare e di notte, nel loro giaciglio, quando i compagni non potevano vederli, Patroclo trascorreva ore di tenerezza troppo brevi a intrecciarglieli e a disfarli e a intrecciarli ancora, come sua madre era solita fare con lui quando era fanciullo.
La guerra, poi, aveva falciato le loro vite, strappato la carne, dilaniato lo spirito. Anime inquiete che si erano separate a forza e a forza avevano scavato tra le viscere dell’oltretomba per ritrovarsi, per amarsi, per carezzarsi.
Il viaggio è diventato la costante delle loro nuove vite. Di ogni vita. Il nascere, crescere, ricordare e poi cercarsi. Trascorrerle le proprie esistenze sospesi nel nulla, in cerca dell’altro.
Il primo a ricordare è sempre Patroclo, ma è Achille a trovarlo per primo. L’istinto divino gli è rimasto attaccato addosso, alla carne, allo spirito. Per quanto Patroclo si affanni, si danni, si pieghi e si disperi, invocando in ogni epoca un dio diverso, Achille lo trova, senza neanche cercarlo. Senza rendersene conto.
Intraprendono un viaggio che li unisce e che li divide al tempo stesso. Lo stesso spirito in corpi diversi, che si cercano e si desiderano fino alla fine del tempo.
Vedono il mondo cambiare, evolversi, ingigantirsi. Le Colonne di Ercole vengono valicate, i confini del mondo, dell’universo vengono raggiunti e superati mille volte.
Le strade mutano, da linee di terra battuta, a basoli composti e ordinati, a lunghe strisce di asfalto grigio e freddo. Si adattano alle circostanze, ai viaggi, agli spazi che cambiano. Ai veicoli. Salire su una carrozza, su un treno, su un’automobile o una bicicletta è strano e normale allo stesso tempo.
I loro stessi della prima vita irrompono talvolta, stupendosi ancora di un mondo nuovo e al tempo stesso vecchio.
*
Patroclo ha ventitré anni e l’aspetto di un ragazzino dalla pelle cioccolato e i capelli tinti di rosa, con un giubbotto troppo largo e lo sguardo perso nel tempo. Viaggia, viaggia come ha fatto in altre dieci, cento, mille vite. Ora su un treno, diretto in una città vicina, che l’istinto gli ha suggerito essere quella giusta. Viaggia, seduto su un sedile scomodo e dalla stoffa lercia e macchiata. Fuori dal finestrino il paesaggio cambia e scorre e si alterna e lui neanche lo vede, immerso in un ragionamento senza capo né coda. Ripercorre nella propria mente un ricordo che credeva di aver perduto, di una coppia di occhi azzurri e di capelli biondi
Quando il controllore si piega su di lui, lo scuote e i loro occhi si incontrano, e con una punta di irritazione che realizza di aver perso la sfida un’altra volta.
- Ti ho trovato. Io. Di nuovo – gli sussurra Achille, i capelli chiari nascosti dal berretto e la targhetta metallizzata che riflette la luce del sole - Biglietto, prego –
Per ora il viaggio è finito.