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[personal profile] irgio
  • Storia scritta per il COWT10;
  • prompt: neonati;
  • 680 parole




Quando era bambino, aveva un cane. Uno di quelli col muso carino e il pelo lungo che piacciono tanto alla gente e che prendono centinaia di like sui social, che fanno vestite in modo buffo e che fanno la fortuna dei loro proprietari apparendo in reclama e pubblicità.
 

Quando era bambino aveva un cane ed era il suo unico amico, gli teneva compagnia quando i genitori erano via, è stato l’ancora a cui si è aggrappato quando la madre li ha abbandonati e il nonno è morto. 

Quando era bambino aveva un cane col muso bianco e il resto del pelo marrone, con la coda pelosa e gli occhietti neri. Quando ha compiuto dieci anni suo padre lo ha preso e lo ha portato via. Lui non lo ha mai più rivisto.

- Sei un uomo ormai - gli ha detto, con la solita voce fredda e distaccata e prova di affetto - Devi imparare che gli uomini non hanno tempo da perdere dietro a futilità come l’affetto e l’amore-

Suo padre era il tipo di uomo a cui non si può dire no, a cui si deve ubbidire e parlare solo se interpellati. Non si è opposto, non ha mai più chiesto cosa fosse accaduto al suo amico, sperando gli fosse toccata una sorte più felice della sua. 


Non ha mai più voluto cani o animali domestici. Non ne ha neanche mai più fatto entrare uno in casa sua, non ha più accarezzato un cane o provato a nutrire un gatto. È diventato completamente insensibile e insofferente verso quelle forme di vita bisognose di cure e di attenzioni e di tempo di cui lui non poteva sottrarsi.

Ha preso in mano le redini dell’attività di famiglia. Ha sistemato tutte le faccende in sospeso, ha fatto in modo di ottenere sempre il massimo dalla vita, impegnandosi in ogni cosa come se fosse necessaria e assolutamente fondamentale. Suo padre non lo ha mai apprezzato particolarmente, rivolgendo parole di lode sempre e solo verso i figli degli altri. Alla fine, quando è morto, lui ha quasi trent’anni e non versa neanche una lacrima per quell’uomo freddo e disamorato che ha dovuto chiamare padre. 


Non è che non gli piacciano gli animali, gli sono solo indifferenti. Ma è il genere di uomo la cui parola deve essere legge - non come suo padre, mai come suo padre, ma ugualmente rigido nelle sue decisioni. Quando però sua moglie si lascia sfuggire di desiderare un cane e la becca sempre più spesso osservare con gli occhi pieni di amore quelli che incontrano per strada, quando è a passeggio, avverte forse l’esigenza di cambiare idea e di tornare sulle sue idee. 

Ama sua moglie, la ama come non ha mai amato niente e nessuno in vita sua e si augura che lei provi per lui almeno una piccola parte dell’affetto che lui destina a lei. Non è tanto sciocco da credere che qualcuno possa amarlo del tutto, è un uomo freddo e prepotente, poco propenso ad aprirsi con gli altri e a cui non piace parlare più del dovuto o esprimere i suoi sentimenti. Allo stesso tempo, è sempre preso dal lavoro e passa in ufficio molto più tempo che a casa, non ha hobby, né altri interessi al di fuori della sua compagnia, am talvolta sa essere affettuoso e generoso, gentile e onesto e sono qualità che sua moglie ha amato dal primo momento. Quando lo ha sposato, ha rinunciato a un sacco di cose, alla vita rosea che ricordava da ragazzina, alla famiglia numerosa, alle cene di famiglia e ai weekend passati tutti insieme. Sa che non sarà mai l’uomo mansueto e sempre presente che è stato suo padre, o il marito premuroso e affettuoso che va a dormire con lei e che con lei si sveglia. 

Quando però, un giorno si presenta a casa con un cane, uno di quelli piccoli piccoli, ancora un cucciolo che guaisce e agita le zampate un po’ spaventato, violando la prima regola della casa - Non voglio animali qui - ricorda improvvisamente perché lo ha sposato davvero. 

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irgio

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