Mar. 12th, 2022

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 Storia scritta per il COWT-12

Fandom: Color Rush

772 parole. 

M2 – prompt 08

 

 

 

 

 Jealousy doesn’t open doors, it closes them

 

 

 

 

 

 

 

Yeon è un Mono, i suoi occhi vedono i colori, ma il suo cervello non è in grado di riflettere altro se non un’infinita sequela di sfumature di grigio. È un’anima schiva e solitaria, apprezza il silenzio e non ha mai cercato la compagni a altrui, più impegnato con la scuola, il lavoro part time e i test di ingresso all’università. Gli unici rapporti che ha sono con i suoi familiari - sua madre e sua zia. 

Per Yeon i colori sono un mistero, quasi una leggenda, e passa il tempo a guardare il ritratto di sua madre, cercando inutilmente di dare un colore che non sia grigio al cerchietto che le adorna il capo. 

È snervante e svilente e talvolta gli manca il fiato, mentre affoga nel grigiore della sua esistenza. 

 

 

Go Yon è grazioso, con i lineamenti armoniosi di chi è nato per essere guardato e la personalità invadente e chiassosa che non può passare inosservata e ben si addice al suo aspetto. È alto, piacente, con i capelli nerissimi e i piercing ai lobi delle orecchie. 

Go Yon è petulante e rumoroso ed entra nella vita di Yeon senza permesso, senza bussare o esitare sulla soglia; lo investe e il mondo improvvisamente brilla, luccica e diventa caldo e colorato. Il grigio si dirada e Yeon vede per la prima volta una miriade di colori che non è mai riuscito neanche a immaginare – scopre che il cerchietto che sua madre porta nel ritratto è di un delicato color verde menta. 

 

 

*

 

 

Go Yon è un Probe, il suo Probe, e quando sono insieme, Yeon vede i colori. Il grigio svanisce e fa spazio al verde delle foglie, al rosso dei tetti, al blu delle loro divise, al giallo dei calzini dell’altro, al marrone dei suoi occhi. 

È una sensazione nuova, sconvolgente, che gli stringe lo stomaco in una morsa dolorosa e angosciante. Più Go Yon cerca di stargli vicino, di toccarlo, di insinuarsi nella sua vita, più Yeon si sente trascinare via, avverte la ragione sgretolarsi e la paura del grigio diventare più grande, più feroce, più implacabile – e ha paura. 

 

La cronaca nera è costellata di notizie di Mono che impazziscono e incatenano, rapiscono, feriscono e uccidono i propri Probe. Probabilmente è anche quello che è accaduto a sua madre e Yeon si sente le viscere stringersi ogni volta che gli manca l’aria quando Go Yon non è con lui. Talvolta, con orrore, si scopre a riflettere su quale sia il miglior tipo di corda per legarlo, quali nodi siano più efficaci e di dove nasconderlo per essere sicuro che nessuno glielo porti via, che nessuno li trovi mai più. 

Quando ne parla con l’altro, Go Yon non è spaventato, sorride, lo bacia alla base del collo e poi lo stringe, per rassicurarlo, per dirgli che va bene, che non andrà da nessuna parte. Yeon non si sente meglio, si sente sporco e miserabile finché un colore nuovo non cattura la sua iride e una parte del suo essere gli dice ferocemente che non può lasciarlo andare. Non può permetterlo. 

 

*

 

 

La gelosia, il bisogno morboso di controllarlo, di sapere dove sia in ogni istante, in ogni momento, in ogni secondo, gli logora la mente, lo incatena in un perenne stato di trance e angoscia. I colori, vuole vedere i colori, per sempre, non può permettere che glielo portino via. 

Hanno diciassette anni quando si incontrano per la prima volta e tutto, per Yeon, è fonte di spavento e dispiacere. Da ragazzino, non aveva mai immaginato che trovare la propria anima gemella lo avrebbe spezzato. 

 

È geloso, di ogni gesto, di ogni azione, di ogni sorriso. È suo, e più rifiuta di ammere di star scivolando nel baratro, più il terreno gli manca da sotto i piedi. 

Lo vuole per sé, legato al suo letto, pelle contro pelle, con la camera colorata e nessuna sfumatura di grigio. 

È suo, gli appartiene e con il tempo Yeon si arrende, la sua mente vacilla e il mondo si sgretola. Pian piano priva Go Yon di una cosa, una per volta: di una uscita, di un amico, di una passeggiata, di una carezza, e l’altro lo lascia fare, gli permette di legarlo a sé e di diventare il suo tutto. È angosciante, ma la sua stessa natura lo spinge ad annullarsi, a piegarsi, ad accettarlo. Perde il lavoro, la fama, la giovinezza. 

Alla soglia dei trent’anni di Go Yon non rimane che un guscio vuoto, legato in una stanza da cui non gli è permesso uscire. 

Yeon chiude la porta a chiave e poi controlla una, due, tre e quattro volte che lo sia davvero, che nessuno possa entrare, che nessuno possa prenderglielo e portarglielo via. 

 

Un giorno, semplicemente, spariscono. 

 

 

 

 

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