irgio: (Default)
[personal profile] irgio
 Storia scritta per la IV settimana del COWT11;

Beastars | Legoshi/Haru;

M7 | Prompt: caduta libera; iguana; tramonto; benzina; insonnia; ninnananna;

 1902 parole 

 

 

 

 

Haru è una femmina di coniglio nano, ha un pelo bianchissimo e soffice e un musino roseo ed adorabile. È piccola anche per la sua specie ed è sottile ed elegante nei movimenti. 

Legoshi potrebbe passare ore a guardarla, ad osservarla, lottando tra il desiderio di stringerla e divorarla e quello di morire per assicurarsi che sia al sicuro. 

 

Haru è piccola e calda, con un pelo morbidissimo e un odore delizioso. Legoshi la osserva di sottecchi, ancora a metà tra la veglia e il sonno e avverte lo stomaco contrarsi. Non per la fame, non per il desiderio, solo per una sensazione piacevole e tiepida che lo percorre dalla punta delle orecchie e che lo attraverso fino agli artigli delle zampe inferiori. 

Legoshi è un lupo grigio, un carnivoro di grandi dimensioni, e la loro stessa vicinanza dovrebbe essere un pericolo. Legoshi è un predatore e Haru una preda e ogni volta che sono insieme è come essere in caduta libera, come girare la ruota della fortuna e sperare che tutto vada per il meglio.

Erbivori e carnivori non dovrebbero essere coinvolti in relazioni amorose – non insieme almeno; lupi e conigli non dovrebbero stare insieme, non dovrebbero neanche essere amici. La società lo dice, la storia, che gli insegnano, lo dice, la natura stesso lo dice. Legoshi stesso lo dice a se stesso, ma poi Haru lo guarda, arriccia il nasino e lui non sa più né parlare, né pensare e semplicemente cade nel vuoto. 

 

 

*

 

 

 

I canidi sono animali allegri, ciarlieri e di ottima compagnia; sono gli amici perfetti, i perfetti compagni di scorribande e non sono in grado di nascondere i propri pensieri o i propri stati d’animo.

Talvolta Haru stenta a credere che Legoshi sia un canide, non tanto perché non abbia l’aspetto di un lupo, ma perché è quanto di più lontano ci possa essere dal carattere di uno della sua specie. Legoshi è silenzioso e alle volte passano insieme dei pomeriggi lunghissimi, in cui Haru parla e lui si limita ad ascoltarla e ad annuire. Se non fosse così grosso, ci si potrebbe anche dimenticare che sia lì.

Legoshi è silenzioso, timido e poco espansivo; fa fatica ad esprimere i propri sentimenti e dice sempre la cosa sbagliata, mangiandosi le parole e farfugliando cose senza senso, quando deve dar voce ai propri sentimenti. L’unica cosa che tradisce con estrema sicurezza la sua natura, è la coda. La coda di Legoshi non mente mai e il lupo grigio non è in grado di controllarla; tradisce ogni sua emozione, ogni suo stato d’animo e Haru si fida di quella coda molto più di qualsiasi parola. 

 

Legoshi è un canide atipico, una sfida e Haru si lambicca il cervello per mesi, anni, cercando di capirne il motivo. Poi, un giorno, Legoshi le presenta suo nonno e le parla di sua madre e ad Haru è tutto molto più chiaro. 

 

- Quindi sei per un quarto iguana - dice piano Haru, come presa di un’improvvisa illuminazione - Questo spiega molte cose, sì! -

Legoshi apre le fauci e rimane a fissare il vuoto per qualche secondo. 

- Haru, per la millesima volta, mio nonno non è un’iguana! –

 

 

 

*

 

 

Quando hai la fedina penale macchiata e non hai neanche preso il diploma, trovare un buon lavoro sembra quasi un’impresa impossibile – in più vivere da solo è molto più costoso di quanto potesse immaginare: ci sono le bollette della corrente da pagare, il cibo, i vestiti, le spese impreviste. 

Legoshi non è un tipo facile da scoraggiare – anzi, ha una testa davvero dura – quindi si rimbocca le maniche e si dà da fare. Salta da un lavoro all’altro, finché non ne trova uno per cui è abbastanza bravo. 

Legoshi è cocciuto e gentile, anche se è alto molto più di un normale lupo grigio e ha l’aspetto di un delinquente, con l’orecchio slabbrato e le cicatrici sul viso.

 

Legoshi impiega anni a mettere da parte abbastanza soldi per andare a vivere in un appartamento un po’ più dignitoso del suo primo alloggio, con più di una stanza e anche con una bella finestra che dà sulla città.

Haru ha ventidue anni e Legoshi ventuno quando lei si trasferisce a vivere dal lupo e passano mesi, se non quasi un anno, prima che i vicini smettano di guardarli con sospetto. 

- Tutto bene, cara? – le chiede con discrezione la gallina che vive al primo piano, quando si incrociano per le scale e Legoshi non è nei paraggi. Haru scorge, ogni volta, il sollievo negli occhi dell’altra, sollievo di vederla ancora viva e integra, come se Legoshi potesse davvero divorarla.

Benissimo – le risponde, sempre con maggiore fastidio, finché la gallina smette di chiedere e quasi non la saluta più. 

 

L’appartamento è piccolo e intimo, in uno stabile un po’ vecchio e malandato, ma abbastanza comodo per permettere a entrambi di avere i propri spazi. Lo arredano piano piano, cambiano qualche mobile e si divertono a girare insieme per i rigattieri e la casa man mano perde le sembianze di una “tana da scapolo”, come la chiama Haru. 

 

Ci impiegano giorni, mesi, anni a creare il proprio nido e collezionano una serie di ricordi di momenti intimi e preziosi di cui non fanno parola con nessuno. Haru non saprebbe sceglierne uno, forse la volta in cui Legoshi ha provato a cucinare per lei – dando quasi fuoco alla cucina – o quando hanno iniziato a dipingere la cameretta dei bambini; forse ancora la prima volta in cui, anche se non si era ancora trasferita, Legoshi le aveva fatto trovare uno spazzolino nuovo e un cassetto tutto per lei. 

A pensarci bene no, forse il suo ricordo preferito è il lupo grigio con le sopracciglia completamente bruciate e l’aria colpevole di chi è appena stato beccato a fare un disastro. 

 

Legoshi, invece, non ha dubbi sul giorno preferito in assoluto in quella casa, con Haru. L’ha scelta apposta, non perché sia vicina al lavoro; non perché sia ben servita dai mezzi pubblici; non perché abbia l’ascensore o perché sia a misura di carnivoro di grandi dimensioni. No, appena è entrato in casa, ha capito di volerci vivere con Haru. Dalla finestra del soggiorno si ha una vista pressoché perfetta della città e nel tardo pomeriggio si può vedere il tramonto.

Ricorda con un piacevole nodo alla bocca dello stomaco il modo in cui il pelo candido della coniglietta si fosse colorato di un arancione tenue, per poi sfumare in un rosa acceso, la prima volta in cui avevano visto insieme quello spettacolo, comodamente seduti sul suo divano. Ricorda ancora meglio il modo del tutto entusiasta con cui la compagna lo aveva spinto contro i cuscini e poi e lo aveva spogliato. 

 

 

 

 

*

 

 

 

Haru è piccola e flessibile. Un corpo bianchissimo, senza neanche una macchia o una sbavatura, e si muove rapida e ansima piano contro l’orecchio di Legoshi.

Il lupo la osserva rapito e senza fiato, toccandola piano, mentre lei si cala su di lui e lo fa entrare piano dentro di lei. 

Verginello – gli soffia sul muso, tra un bacio e l’altro, tra un ansito e l’altro, tra una spinta e l’altra, prima di prendergli le mani e guidarle sul proprio corpo. 

Nella loro intimità, i ruoli si invertono ed è Haru a diventare il predatore e Legoshi ne è la preda. Lei sa come e dove toccarlo, come baciarlo e le piace essere sempre lei ad avere il controllo di quello che sta avvenendo. Lagoshi la lascia fare, mentre le viscere gli si contraggono e l’odore dell’eccitazione della coniglietta gli fa perdere il senso della ragione. 

Non importa quante volte lo facciano, se siano a letto, sul divano o sul pavimento del bagno. Haru lo tocca, lo morde piano e fa una serie di versetti calcolati che lo fanno impazzire e Legoshi avvampa e si lascia divorare. È come se Haru buttasse benzina sul fuoco e il lupo non è poi così verginello da lamentarsene davvero. 

  

 

*

 

 

Il loro letto è enorme, tanto grande da raggiungere le dimensioni della stanza che Haru occopava quando era all’università. È un materasso fatto per i carnivori di grandi dimensioni, spazioso e resistente, adatto a sorreggere il loro peso e a resistere ai loro artigli. È un letto sbagliato, per una coniglietta minuscola come Haru e lei passa notti, mesi, anni interi a rigirarcisi, cercando di ricreare la forma del proprio corpo sul materasso. 

È duro e scomodo, per un corpo minuto e leggero come quello di un coniglio e Legoshi se ne accorge quasi subito – non ci aveva pensato – e si infila la coda tra le gambe scontento. 

- Ne prenderemo un altro adatto  –

- Non ci entreresti –

- Ne faremo fare uno su misura – tenta e si gratta la nuca.

- Hai un altro lavoro di cui non so niente? – 

- Ma… -

- Niente ma, non importa – 

 

Haru ci mette anni ad abituarsi a quel letto e dorme sempre meno del necessario. L’insonnia diventa una costante della sua routine e passa le notti ad ascoltare il respiro pesante di Legoshi.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Quando Haruko viene al mondo, è una pallina di pelo bianco, con un’unica sfumatura grigia sul nasino. Troppo grande per essere un piccolo di coniglio nano, ma anche troppo piccolo per essere un piccolo di lupo grigio. È sospeso in un limbo in cui non si riesce a capire a che specie appartenga, con le orecchie troppo lunghe per essere quelle di un canide, ma non abbastanza per essere quelle di un coniglio; con una codina soffice e tonda che non smette di scodinzolare e senza segni di denti di alcun tipo. 

In ospedale nessuno dice niente, nessuno commenta l’aspetto un po’ bizzarro, che non tradisce né l’essere un erbivoro, né un carnivoro – ibrido. Haru è molto sollevata che nessuno commenti, sicché non è costretta a mangiare la faccia di nessun animale. 

Scopre rapidamente di essere una madre anche troppo protettiva, al punto di rifiutarsi di affidare il piccolo nelle mani di altri se non di sua madre o del nonno di Legoshi. Il bambino non ne sembra scontento ed emette qualche versetto compiaciuto e agita la codina ogni volta che la nonna gli sfiora il nasino con il proprio o le squame fredde del nonno gli solleticano le orecchie tenere. 

 

Legoshi, invece, sembra terrorizzato ed è uno spettacolo piuttosto buffo. Un lupo grande e grosso che si aggira per casa spaventato da un batuffolino tutto orecchie e occhi enormi. Haru un po’ lo prende in giro, un po’ ne è preoccupata. La notte, quando non riesce a dormire, si lambicca il cervello con gli scenari più orredi e terribili. Che Legoshi abbia cambiato idea? Che non sia contento di avere un figlio? Che abbia improvvisamente iniziato a pensare che mettere al mondo un ibrido non sia stata una buona idea?

Haru perde quasi il sonno e anche il respiro di Legoshi diventa meno pesante e rilassato ed entrambi sperimentano la privazione del sonno tipica dei neogenitori, anche se Haruko è un bambino buonissimo e dorme come un sasso tutta la notte.

 

Un pomeriggio, poi, Haru rientra da lavoro un po’ più tardi del solito e trova Legoshi al centro del loro letto, con le spalle curve e la coda che non riesce a smettere di scodinzolare. Canticchia una nenia bassa e stonata, in una pessima imitazione di una ninnananna, e tiene tra le braccia il loro bambino che gorgoglia e allunga le zampine contento. Legoshi sembra ancora piuttosto spaventato.

 

 

- È così piccolo – le dice dopo, come se si stesse togliendo un peso terribile dalla coscienza – Ho paura di fargli male – 

E Haru realizza e riprende un po’ a respirare. 

 

Profile

irgio: (Default)
irgio

April 2023

S M T W T F S
      1
234 5678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30      

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jun. 27th, 2025 07:51 am
Powered by Dreamwidth Studios