irgio: (Default)
[personal profile] irgio
 M1

847 parole 

 

 

 

 

 

 

Jinora è una nuvola di capelli castani, con qualche lentiggine sparsa sulla punta del naso e la sommità delle guance; una figura esile e aggraziata che sembra non toccare mai terra. 

È una donna semplice, piccola, discreta, con il carattere pacifico della madre e le abilità innate e portentose del nonno paterno. Bolin potrebbe osservarla aggirarsi per casa per ore, poggiarsi aggraziatamente sul ripiano della cucina o acciambellarsi al suo fianco, sul divano. 

Quando sono fuori casa, ci sono gli amici, la famiglia, il lavoro, i monaci da addestrare e i cadetti da istruire. Il mondo vortica attorno a loro, li chiama, li cerca, li impegna quasi fino allo stremo, ma quando sono a casa, non esiste altro.

Niente li disturba, niente li separa, li interrompe. 

 

Dopo la doccia, Jinora sa di buono, profuma di bagnoschiuma e di shampoo, con i capelli un po’ arruffati e la pelle arrossata. Quello è in assoluto il momento preferito della giornata di Bolin, quando lei esce dal bagno con addosso solo l’accappatoio e niente a disturbarli. Ed è morbida, calda e freme quando lui la stringe, la bacia e le sorride contro le labbra, in una goffa imitazione di una scena che non si è mai ripetuta, ma che al tempo stesso avviene ogni giorno. 

Fai il bravo – gli soffia sulla bocca lei, prima di baciarlo. 

L’accappatoio cade a terra e i copri fremono, si stringono, si avvinghiano e non esiste più niente. 

 

La quotidianità della loro vita è qualcosa che ancora li sorprende, la semplicità con cui reagiscono l’uno ai gesti dell’altra, con cui indovinano da un movimento cosa l’altro stia facando, stia pensando. 

Bolin è solare, chiassoso ed espansivo. Da ragazzino ha cercato la compagnia di chiunque più di tutti, sempre in compagnia, sempre alla ricerca di persone con cui parlare, amici con cui uscire, ragazze con cui consolarsi. Il dominatore della terra non si è mai immaginato casalingo, con una casa, con una moglie, con una famiglia propria; si è sempre visto in giro per il mondo, a consumare la propria esistenza dietro qualche marachella, nei sobborghi un po’ luridi di Città della Repubblica. 

Invece, inaspettatamente, gli piace. Gli piace avere una casa, gli piace avere una compagna, gli piace spendere serate solitarie da solo con Jinora, gli piace il silenzino dell’altra e osservarla per ore leggere o meditare. 

Bolin è diverso, è adulto, è maturo. È cambiato poco a poco e neanche se ne è accorto, fino a quando un giorno non si è cambiato indietro e non si è reso conto che a un certo punto della sua vita il suo percorso è stato interrotto e cambiato. 

 

Jinora sonnecchia sulla sua spalla, acciambellata al suo fianco, con un libro abbandonato sul grembo e i capelli che gli pizzicano appena il naso. 

Mi piace, bisbiglia Bolin al suo orecchio e Jinora neanche se ne rende conto. 

 

 

*

 

 

Il corso delle cose si interrompe di nuovo, ma questa volta non in modo graduale, non in silenzio, non senza farsene accorgere. Il loro mondo si capovolge e rivolta come un calzino e Bolin si sente un po’ mancare la terra sotto ai piedi. 

L’intimità della sua casa non è più sua, non gli appartiene più. Non è padrone più del suo divanol, della sua cucina o della sua compagna. Jinora svolazza per casa, più pesante, più stanca del solito, ma anche più felice e Bolin si sente in colpa, colpevole per non riuscire a essere pienamente partecipe a quella gioia. 

Quando la dominatrice dell’aria esce dalla doccia, l’asciugamano non cade più per terra, non fingono più un rituale ormai consolidato e di routine, non fanno più sesso, con Jinora con la pelle rossa e umida e Bolin eccitato e con le budella che si contorciono. 

Sesso quasi non lo fanno più, non come prima, non in ogni angolo della casa. Sono silenziosi e rapidi, momenti rubati alla notte, tra la veglia e il sonno. A Bolin manca la libertà di qualche anno prima; Jinora, invece, non dà segni di rimpianti o dispiacere e l’altro ne è profondamente contrariato. 

 

Non si acciambella più sul divano al suo fianco. Piccole mani e piccoli piedi si mettono tra loro, con una nuvola di capelli castani e ricci e occhi verdi che lo scrutano malevoli. 

- Non essere sciocco, è solo un bambino – gli dice lei, con una nota di biasimo nella voce ogni volta che Bolin brontola, se loro figlio li interrompe. 


Quando Jinora esce dalla doccia, Jin le trotterella dietro, le si appende all’accappatoio e reclama le sue attenzioni. Quando Jinora legge, il bambino le gironzola intorno alla ricerca di attenzioni; quando Bolin prova a baciarla, loro figlio inizia a piangere e a fare i capricci, fino a quando lui non la lascia andare e Jinora corre dal proprio pargolo. Quando la notte fanno l’amore, è di nascosto, in silenzio, per non svegliarlo. Al minimo rumore, lui piange e Jinora corre. 

 

Il mondo ovattato e intomo dei loro primi anni di convivenza non esiste più. È turbato, interrotto, distrutto, annientato da una creatura tutta gorgoglii e occhi verdi e Bolin si sorprende a detestare un po’ il bambino che hanno voluto e desiderato. 

Profile

irgio: (Default)
irgio

April 2023

S M T W T F S
      1
234 5678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
30      

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jun. 27th, 2025 12:14 pm
Powered by Dreamwidth Studios