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- Storia scritta per la seconda settimana del COWT10;
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- KiriBaku;
- Parole: 1142 parole
- No, cazzo, sei proprio un coglione - brontola, mostrando i denti e agitando la coda - Così? Hai capito, cazzo? - gli dice, colpendo l’altro sulla testa con un quaderno arrotolato e mostrandogli la giusta formula da utilizzare.
Kirishima sorride, mostrando una serie di denti appuntitissimi e bianchi - Ohich - si fa sfuggire, massaggiandosi la parte offesa e spargendo piccole scaglie rosse ovunque. La cresta squamosa che gli sta ridicolmente dritta sulla testa ondeggia leggermente all’indietro e poi torna immediatamente alla posizione originale. Dritta verso l’altro, contro tutto e tutti, in una buffa e ridicola sfida alla forza di gravità.
- Guarda che questo esercizio non lo abbiamo fatto, che roba è? - borbotta, con una punta di riso nella voce e l’aria di chi sa che verrà colpito ancora e ancora prima che quella giornata sia finita.
- Smettila di lasciare questo schifo ovunque - risponde invece l’altro, del tutto disinteressato alle proteste di Kirishima, togliendosi una squama rossa dalla divisa scolastica e sfoggiando un’espressione inorridita e teatrale che diventa ancora più ridicola sulla sua faccia, di solito atteggiata in un cipiglio severo e rigido.
- Scusa - risponde Kirishima lievemente a disagio, togliendogli la scaglia dalle mani e infilandosela nella tasca della felpa - è il periodo della muta, sai? Fate qualcosa di simile anche voi, sai? Ho una collezione di peli gialli su tutti i vestiti, sai? - e fa ondeggiare le sopracciglia e gli indica del pelo biondo attaccato sui polsini della felpa grigia e vecchia che indossa.
In realtà non è proprio sicuro che siano di Bakugou, in quel periodo i mammiferi perdono davvero tanto pelo e solo girare per i corridoio della scuola equivale a diventare un ricettacolo di peli. Potrebbero essere i suoi tanto quanto quelli di Kaminari, ma il biondo non sembra farci troppo caso e si arriccia un ciuffo chiaro agli angoli del muso.
- Fanculo - gli dice solo, e poi lo colpisce di nuovo con lo stesso quaderno giallo di qualche istante prima.
Bakugou è un grosso lupo dal pelo biondo e ispido, un carnivoro di grandi dimensioni, uno di quelli da cui è meglio tenersi lontani, e non ha per niente l’indole pacata e pacifica che di solito è richiesta e suggerita ai carnivori che vogliono frequentare luoghi comuni anche agli erbivori. È aggressivo, feroce e spesso mostra le zanne anche quando non è necessario, ma non ha mai fatto del male a nessun erbivoro e il suo curriculum è costellato semplicemente da piccole risse, ma sempre con altri mammiferi. Di solito se la prende con Deku, un canide con cui divide i corsi e il dormitorio. Niente di troppo serio o preoccupante. Evita la compagnia degli erbivori, non parla con loro - come con nessun altro del resto - ma questi hanno comunque paura di lui e scappano appena ne fiutano l’odoro, sicché non c’è mai occasione che si scontrino con il lupo.
Nonostante ciò. È uno studente brillante, tra i primi della scuola e gode quindi ti tutta una serie di privilegi - può fare pause più lunghe, ha diritto a uscire un po’ più spesso dei suoi compagni, non è mai costretto a lasciare le attività del club per seguire qualche stupido corso di recupero - ma anche di un obbligo piuttosto spiacevole e fastidioso. È un tutor, contro la sua volontà ovviamente, all’inizio del semestre gli è stato affidato uno studente da seguire e aiutare con lo studio; deve assicurarsi che segua il programma e sani le lacune. Fastidioso, ma dovrebbe essere facile, in teoria. Nella realtà Kirishima è un’enorme spina nel fianco e a distanza di mesi, Katsuki non vede ancora la luce alla fine del tunnel. Non riesce a ficcare in quella stupida testa neanche gli esercizi più semplici e quello che sembra aver capito la volta prima, quella successiva è come se si fosse completamente volatilizzato. zero, vuoto, encefalogramma del tutto piatto.
Kirishima, invece, è un rettile. Un grande carnivoro anche lui, con le squame rosse e lucide, un’incredibile dentatura fatta di molteplici filari appuntiti e una grossa cresta di un rosso più scuro sulla sommità della testa. - Sembri un gallo del cazzo - gli aveva detto Katsuki la prima volta che lo aveva visto e lui ne era rimasto un po’ interdetto. Dopo, tornato in camera, si era guardato allo specchio e aveva riso, ammettendo che forse sì, sembrava un po’ un gallo.
Ha un animo più mite, un’indole più pacifica e allegra del compagno e la faccia perennemente sorridente, anche se i suoi denti di solito fanno rabbrividire gli erbivori e creano non poche incomprensioni con gli altri carnivori - Cerchi guai, dentone?-
È allegro e socievole, la sua fedina scolastica è pulita se non per qualche richiamo sporadico per risse non iniziate da lui e una serie di voti altalenanti, non sempre troppo positivi. - è intelligente, ma non si applica - è il mantra degli incontri genitori - insegnanti e affidarlo alle cure di Katsuki è diventata un’esigenza.
Kirishima rientra negli animali velenosi, quindi per legge gli sono preclusi i rapporti con le altre specie, per non correre il rischio di infettare qualcuno accidentalmente e ucciderlo. Può avere un rapporto amichevole con gli altri animali, ma non un interesse amoroso e la cosa non gli è mai pesata particolarmente, poi ha conosciuto Katsuki e ha iniziato a chiedersi se davvero quella misura fosse necessaria. insomma, sarebbe davvero incapace di contenere i suo veleno e fare del male all’altro? Si risponde sempre di no.
Bakugou sembra del tutto indifferente agli approcci dell’altro, del tutto disinteressato al suo blaterare o a legare più del dovuto con Eijiro e questo non è mai abbastanza acuto da accorgere di come, man mano, le spiegazioni del biondo si facciano più lunghe, più dettagliate, come il tempo delle loro lezioni si dilati e passi dall’ora canonica alle due, tre. Tutta una sequela di insulti e botte, sì, ma meno violente e più amichevoli.
Quando la lezione finisce, Kirishima recupera le sue cose e Katsuki gli riconsegna il suo quaderno - sì, il lupo trova un senso di piacevole compiacimento nel colpirlo con il suo stesso quaderno, una botta in più all’orgoglio del rettile.
- Allora ci vediamo la prossima volta - gli dice Kirishima, passandosi una zampa sulla cresta e facendola ondeggiare. Non accenna ad andarsene, fermo sulla soglia della stanza dell’altro. Passano uno, due, tre, quattro minuti senza che si dicano niente, poi il lupo sbuffa, fa roteare gli occhi - Togliti dai coglioni - ringhia e poi gli sbatte la porta in faccia.
La sua coda lo tradisce, ondeggiando frenetica. Scodinzola felice, ma Kirishima non sembra essersene accorto, così come non sembra aver notato che l’altro si sia infilato in tasca una delle sue scaglie e ci abbia giocato, passandosela tra le dita, per tutta la durata del loro incontro.